Avevate già avviato la pratica per l’adozione?
Sì, avevamo già fatto la richiesta nel 2014 per una adozione nazionale, avviando tutto l’iter procedurale con psicologo e assistente sociale. Dopo 7 mesi dal riconoscimento dell’idoneità, siamo stati convocati, insieme ad un’altra coppia dal tribunale dei minori di Palermo, che ci ha esposto il caso di questa bambina. Successivamente, dopo essere stati scelti dal tribunale, abbiamo deciso di dare la nostra disponibilità per l’adozione nazionale
Com’è stato l’incontro con Naila?
Siamo stati fortunati perché, nonostante il vissuto della piccola in Libia, che non conosciamo, e le situazioni drammatiche del suo viaggio, è apparsa subito una bambina serena, che non ha subito forme di abbandono, violenze o abusi come altri bambini. Ciò ci ha fatto intuire che fino all’ultimo la mamma le ha trasmesso gesti d’amore, proteggendola fino a quando ha potuto. Secondo i racconti, nella barca è stata trovata in braccio ad un’altra donna, arrivata in condizioni di salute molto critiche anche lei per gravi ustioni, a cui la madre l’aveva affidata prima di morire.
Come avete vissuto i primi momenti?
A poco a poco insieme alle operatrici siamo riusciti a conquistare Naila, soprattutto attraverso il gioco. Non appena l’abbiamo portata a casa, con grande emozione è iniziato il nostro percorso di genitori. Nella fase iniziale Naila non è apparsa traumatizzata, solo molto incuriosita da un ambiente completamente nuovo. Ma non appena la prendevamo per mano voleva subito divincolarsi; presumiamo che, durante il viaggio drammatico in mare, sia stata tenuta molto stretta dalla donna che l’aveva in braccio. Naila è stata accolta anche da un amore smisurato dei nostri genitori e del gruppo di nostri amici fraterni. Oggi la bambina è, come tanti altri suoi coetanei, molto gioiosa, vivace e tanto chiacchierona.
Come prosegue la vostra scelta di famiglia aperta all’accoglienza?
Avere avuto Naila per noi è stato un grande dono. Un giorno ai nostri figli racconteremo quello che sta avvenendo nel Mediterraneo. Per questo, insieme ad altre coppie che hanno storie simili alle nostre stiamo costituendo l’associazione nazionale !Mamme per la Pelle”. L’intenzione è quella di riunire le famiglie che hanno adottato dei bambini orientali e africani, creando momenti di condivisione e di narrazione agli altri delle nostre esperienze. In questo modo, vorremmo andare ben al di là di quella sorta ‘di pietismo perbenista’ che ti fa considerare dagli altri solo delle brave persone che hanno fatto ‘un’opera buona’. Essere testimoni autentici dell’accoglienza ci spinge verso un bisogno forte di raccontare, per trasmettere tutta la bellezza e la ricchezza umana che stiamo vivendo. Sull’immigrazione siamo impegnati a vario livello in diverse iniziative di sensibilizzazione sul tema della solidarietà e dell’accoglienza di immigrati piccoli e grandi per superare chiusure e pregiudizi.
Il vostro desiderio è anche quello di valorizzare anche la cultura africana di Naila.
Nostra figlia ha alle spalle una storia difficile che rispettiamo e che, a poco a poco le racconteremo. Lei già sa che viveva in Africa con la sua mamma “nera”. Per il momento, avendo solo 3 anni, sa di avere fatto il viaggio in una barca e che la sua mamma era così bella che è diventata una sirena che sta nel mare. Naturalmente crescendo, la storia verrà arricchita da altri elementi di verità a piccole dosi. Sa anche di essere arrivata a Lampedusa dove siamo stati con lei volutamente questa estate. Al molo Favaloro insieme a lei abbiamo regalato dei fiori in mare per la sua mamma ‘sirena’. Sappiamo che non è facile ma vogliamo gradualmente renderla partecipe della sua storia. A Palermo spesso condividiamo alcuni momenti di festa con amici africani perché per noi è molto bello anche farle assaporare la sua cultura in maniera piacevole, proprio nel quadro di una serena integrazione interculturale.
Serena Termini, Redattore Sociale, 5.10.018
Buongiorno sono la mamma adottiva di un meraviglioso ragazzo di 15 anni nato in Etiopia. Arrivato quando aveva 3 anni e mezzo non ho mai avuto problemi con il colore della sua pelle fino a un paio di anni fa circa quando in ambito sportivo (gioca a calcio) sono incominciato i primi insulti dagli spalti e tra avversari. Ho sentito della vostra associazione e pensavo che puo finalmente essere punto di inizio per confronti e azioni concrete a salvaguardia dei ragazzi di colore in Italia. Posso avere qualche contatto per sapere come collegarci? Grazie. Emanuela
Cara Emanuela, certo, contatti l’associazione, la trova su Facebook per esempio!